Mario Agostinelli

Presidente Energia felice

Un’enciclica non può che avere un intento pastorale e un’ovvia finalità evangelizzatrice. Ma qui l’amore per la cura della Terra sembra al tal punto prevalente da renderne eminente l’urgenza riparatrice, che travalica così culture, tradizioni, religioni, rendendo questo bellissimo documento di impossibile discrimine per credenti o non credenti. Basta prender nota della varietà e del pluralismo delle citazioni da cui provengono i contributi esterni posti a pie’ di pagina nel testo.

Per me la componente tecnico-scientifica con cui viene affrontato il problema nell’enciclica Laudato si’ costituisce già di per sé un aspetto singolare. Così quanto la sorpresa che gli aspetti divisivi che le religioni hanno sempre indotto per la loro struttura dogmatica e pastorale anche nella realtà sociale (si pensi agli effetti espliciti dell’enciclica “sociale” Rerum Novarum di Leone XIII, direttamente discriminante sull’appartenenza del movimento operaio alle diverse tradizioni socialiste, marxiste, cristiane) vengano qui meno, in previsione di una unità e convergenza d’azione dell’intera umanità a fronte dei destini della vita sul Pianeta. Anche la salvezza – destino cristiano ineluttabile – viene riproposta qui non come la conseguenza di un atto ultimo, riparatore (di pentimento?) di una vita, magari densa di sprechi e in contrasto con la natura, ma come il premio alla cura continua della Terra, del creato. Per accreditare una mobilitazione sociale unitaria a sostegno di un nuovo inizio – come Francesco chiede esplicitamente – occorrevano effettivamente due condizioni, ancor oggi in dubbio dentro la chiesa: a) superare definitivamente la demarcazione ideologica che il cattolicesimo organizzato aveva eretto nel campo sociale (i comunisti erano scomunicati!); b) partire da una base oggettivamente verificabile come quella offerta dalla scienza moderna (assumendo principi come quelli dell’entropia e di indeterminazione, le interpretazioni del darwinismo, della quantistica, della relatività, della velocità massima della luce, del big-bang, del provenire tutto e tutti da “polvere di stelle”!) per rivolgersi alla specie umana e ai suoi comportamenti, aprendo un’interpretazione della creazione e della salvezza da non riservare più solo ad uomini d fede. Raramente si è raggiunta una tale convergenza come attorno alla Laudato si’: nemici su questione di fede, di guerra, di giustizia sociale sembrano essere invece più uniti nell’appello per la protezione del clima. E poiché ecologia e protezione del clima hanno alla base un’evidente ingiustizia – il mondo è diviso tra vincitori e perdenti – finché non si realizza una parità universale di diritti umani, sociali e della biosfera non ci sarà un mondo in pace. Si dice che già in molti si pensava le stesse cose e che la novità proviene solo dall’autorevolezza del proponente: non credo sia così: forse dicevamo cose simili ma le nostre parole non avevano le stesse ali!

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